Suriname (Sud America)
Due anni abitare a Paramaribo e nella foresta
A Turnhout (Belgio) ho incontrato un surinamese di nome Anton e due anni dopo avevo un permesso di soggiorno in Suriname e vivevo a Menkendam, una zona di Paramaribo.
Il Suriname è un’ex colonia dei Paesi Bassi e la sua popolazione vanta molteplici gruppi religiosi e culturali. I gruppi etnici più numerosi sono i Maroons (cimarroni in italiano), gli indostani, gli “afro-surinamesi”, i creoli, i giavanesi, gli indiani, gli europei, i brasiliani e i cinesi, e tutti vivono insieme in armonia.
Una diversità che molti paesi dovrebbero invidiare e prendere come esempio.
L’obiettivo in Sud America era cercare l’oro nella foresta pluviale del Suriname, al confine con la Guyana francese e il Brasile.
Descrivo ampiamente le mie esperienze in Suriname nella mia biografia, quindi di seguito la riassumo il più possibile!
La vita nella città di Paramaribo
La vita in città era tranquilla e si poteva scoprire una bellissima e interessante cultura surinamese tutta da godere. C’erano sempre molti festeggiamenti, che si svolgevano per lo più nel centro della città, sul lungomare e nel Parco di Palmentuin (un meraviglioso giardino di palme). In un bar del posto vicino ‘De waterkant’ guardavamo spesso le partite di calcio e le gare di Formula 1, che grazie al fuso orario iniziavano la mattina alle nove in punto. Guardavo le gare di F1 in città o nella giungla, quindi da quello che per me è stato il più bel posto VIP, e proprio lì ho visto Max33 (ovvero il mio grandissimo connazionale Max Verstappen!) vincere la sua prima gara, in Spagna.
Come ho già scritto, vivevo in una zona della città chiamata Menkendam. Sono stato ospite in una casa in pietra che ho reso via via più vivibile durante il mio soggiorno. Anche i miei amici Leo e Margareta vivevano nella stessa casa con me…
Ho incontrato molte persone lì, tutti membri della stessa famiglia che durante i loro viaggi e/o le loro visite in città per vendere manioca (cassave) cercavano ospitalità in case private piuttosto che soggiornare in alberghi o simili.
La manioca è un alimento estremamente importante nella cultura afro. Poi regolarmente arrivava anche il mio amico Mimo; lui studiava la Bibbia e il suo obiettivo era quello di diventare un pastore nella sua parrocchia. Ho “conosciuto” Gesù tramite i discorsi e i racconti meravigliosi di Mimo. Mi ha fatto capire che la Bibbia ci racconta la vita attraverso le sue bellissime storie. Sebbene fossi un chierichetto e frequentassi spesso la chiesa in Olanda, non ho mai capito nulla della fede in generale. Per scoprirlo sono dovuto finire in Suriname… Meglio tardi che mai!
Andavo a trovare spesso diverse famiglie per parlare e per mangiare assieme, che è sempre il miglior modo per conoscere una cultura. Il vero cibo surinamese è delizioso, e loro non hanno rinunciato a mangiare il riso nemmeno dopo che gli ho preparato degli spaghetti con un ottimo sugo all’italiana! Nella famiglia di Silvie era sempre piacevole intrattenersi con Ester, Nene e Marion, persone deliziose e sempre estremamente spontanee. A casa loro giocavamo spesso a “Non ti arrabbiare” (un gioco olandese) e qualche volta mi facevano da accompagnatrici per le visite alla città. Un pomeriggio, Michael ha restituito una bombola del gas che io avevo acquistato per la famiglia in mattinata, riuscendo a farsi ridare indietro i soldi che ovviamente si è intascato lui! Ahah, geniale! Se aveva bisogno, poteva anche chiedermeli 50 SRD!
La mattina presto, con il mio vicino e amico Bryan cominciavamo la giornata con una tazza di caffè e con una prima partita a dama; poco dopo prendevo la chitarra per esercitarmi. Ovviamente ho iniziato a giocare a calcio e grazie a questo sport sono riuscito a integrarmi più facilmente. Tutto questo mi ha portato a diventare l’assistente dell’allenatore di calcio Jozef alla SC Caravan. Il presidente di questa società di calcio era il signor Brunswijk, che siederà in parlamento dal 2020 con il suo partito politico ABOB dove aiuterà con il tempo il Suriname a riprendersi economicamente.
Un giorno, tornato in città, mi sono potuto concedere del tempo per giocare a pallone con i bambini per strada e a un certo punto ho deciso di comprare un gelato dal gelataio che passava con la sua “cargo bike”, come succedeva quando ero piccolo io… Davvero carino! Mi sono offerto di comprare il gelato ai cinque bambini che c’erano lì e sono andato di sopra nella mia stanza per prendere i soldi; quando sono tornato ce n’erano quindici di bambini! Sono salito per la seconda volta per prendere più soldi!
Molto spesso ho aiutato alcune donne a fare i compiti, perché la maggior parte di loro andava ancora alla scuola serale per ottenere il diploma MULO. Ovviamente con un diploma in tasca c’era più possibilità di ottenere un lavoro.
La foresta, che emozioni!
In due occasioni mi è capitato qualcosa di indescrivibile, e non perché pensassi alla perdita di persone care, o a delle ingiustizie che ho subìto, o alla rabbia o alla vergogna. No… non era per nessuna di queste ragioni. Non era nemmeno la tristezza in sé, ma forse per “l’immensità” che mi colpiva nel profondo del cuore e dell’anima e che mi faceva commuovere.
La prima volta che mi sono avvicinato lentamente ma inesorabilmente in barca all’enorme maestosa giungla silenziosa e minacciosa, che può spaventarti o abbracciarti. L’incertezza e l’intangibilità che ti aspetta in tutta la sua immensità: questo può essere l’inizio oppure la fine verso cui stai navigando! Per fortuna, mi ha abbracciato e mi ha ospitato per conoscerla meglio…
La seconda volta mentre la serata che ti porta nella notte sdraiato sulla tua amaca, il silenzio improvviso e inaspettato degli abitanti della giungla, solo per pochi minuti. Sdraiato sotto un piumone di milioni di stelle, che quasi le riesci a toccare, in un universo immenso, accompagnando gli animali notturni della giungla.
“Ci sono tante stelle quanti granelli di sabbia su tutte le spiagge di questo mondo.”
Onestamente, non so nemmeno se sono riuscito a trovare le parole giuste per descrivere e condividere le incredibili emozioni che ho provato in questi straordinari momenti.
Il viaggio per il nostro campo
Il viaggio partiva da Paramaribo verso Afobaka con provviste e pezzi di ricambio per le macchine per il campo. Con la mia barca Masief e il motore da 25 cavalli avevo come meta il campo nella giungla: per raggiungerlo dovevo attraversare il lago di Brokopondo, che poteva diventare molto pericoloso quando era colpito dal maltempo e dalle onde alte. In quei momenti non vedevi più le cime dei tronchi dalla superficie dell’acqua e in più aumentava il pericolo di schiantarsi contro gli alberi e capovolgersi.
È proprio così infatti che io ed Ester abbiamo perso la nostra amica Nene, quando la sua barca sì è capovolta in un brutto giorno in novembre 2020.
Per evitare queste tragedie si dovevano portare sempre un giubbotto di salvataggio e un ombrello per gli acquazzoni e si dovevano sempre tenere le mani all’interno della barca.
Una parte della foresta si allagò negli anni ‘60 e venne così deciso di sfruttare la situazione e creare il lago di Brokopondo, ottenendo così una centrale elettrica. Il bacino è ora diventato un’attrazione turistica e Afobaka un importante punto di carico e scarico delle merci. Durante il viaggio mi era possibile visitare le numerose isole e ammirare lo stile di vita e i diversi mestieri antichi della loro popolazione. Detto questo, oltre a un viaggio di quasi quattro ore in barca, durante le quali ho imparato a suonare l’armonica, ci volevano altre due ore con il quad per raggiungere il campo.
La vita nel campo
Il gruppo di scavatori era composto da nove uomini, di cui tre surinamesi e sei brasiliani, e in più c’era una cuoca, anche lei brasiliana. Ognuno aveva i propri doveri ed era chiaramente presente una gerarchia per far procedere al meglio questo duro lavoro. Era complicato far funzionare l’azienda a causa dei molti problemi (anche meccanici) che si susseguivano, ma la motivazione era sempre e solo una: TROVARE L’ORO!
Nel campo avevo la mia capanna dove dormivo da solo: una delle case migliori e più semplici che io abbia mai costruito! Quattro pali, le traverse, un pezzo di tela cerata e un canale intorno alla mia “casa”. Era indispensabile capovolgere sempre gli stivali su un bastoncino per asciugarli e per evitare che scorpioni o altri parassiti vi entrassero. Controlla sempre prima di indossare gli stivali!
Quando si tornava dalla città, erano sempre i cani da guardia i primi a sentire il quad avvicinarsi in lontananza, compreso il mio cane Blues. Ovunque andassi, due cani mi seguivano, uno davanti a me e un altro (Blues) dietro. Il bello è che nessuno gli ha mai insegnato che dovevano mettersi così!
Il “bagno” si trovava più in basso rispetto al pozzo da dove pompavamo l’acqua potabile in un laghetto. C’era poi la cucina, con la zona pranzo e relax per giocare a carte e guardare la TV. Perché la Formula 1 e il calcio brasiliano, compreso il calcio femminile con Marta, non si potevano mai perdere!
Dovevamo fare entrare le galline nella loro casetta prima della cena, altrimenti non sarebbero sopravvissute alla notte! I cani, invece, stavano vicino all’amaca per evitare che i pipistrelli gli mangiassero le orecchie. Alcuni dei ragazzi dormivano senza rete per le zanzare per poter essere più allerta durante la notte, ma io la usavo, perché non volevo trovarmi dei pipistrelli tra le lenzuola!
Più tardi, in serata, sdraiato sull’amaca si potevano quasi toccare milioni di stelle, e questo era uno dei momenti più belli dell’intera giornata.
Durante la permanenza nella giungla ho studiato portoghese e chitarra, oltre a fare il mio lavoro che consisteva nel portare il cibo allo scavo tutti i giorni tre volte al giorno.
Inoltre, mi prendevo cura della salute del personale e delle persone degli altri campi come meglio potevo in caso di malattia o infortunio. Ho sempre avuto interesse per le “ricette della nonna” e per i rimedi naturali e omeopatici e li ho usati spesso nella mia vita. Ma quando ti viene detto quale effettivamente è il potere curativo di piante e radici, mentre cammini con un abitante indigeno della giungla, questa è la ciliegina sulla torta! Ad esempio, ho scoperto che il “soursop” (Annone Muricata) è un frutto che viene utilizzato per combattere alcune varianti di cancro. Esperimentato e riconosciuto nel 1972 negli Stati Uniti!
Ospiti indesiderati!
Il campo doveva rimanere pulito per tenere a bada i cobra, altrimenti potevano raggiungere le amache e attaccare qualcuno. E un dipendente, purtroppo, l’ha sperimentato sulla sua pelle… (Nella foto qui di seguito puoi vedere i tre denti del serpente!) Per uno scherzo del destino, il motore della nostra barca era rotto in quel momento e ha dovuto aspettare un taxi boat “rimanendo immobile”. Più tardi ho avuto l’occasione di poter acquistare un antidoto dai brasiliani per ogni evenienza!
E poi c’era la mosca nera, che si attacca al collo dove depone un uovo dal quale poi esce una larva, che è come un piccolo verme. Prude un po’, ma esce tranquillamente con un po’ di tabacco imbevuto di rum. Una volta che la larva è fuori, è sufficiente disinfettare la ferita con una pomata antibiotica. Ecco come sarebbe stato risolto il problema se quell’ospite indesiderato fosse rimasto in Suriname.
Invece, essendo tornato in Italia prima della schiusa, è stato un bel problema risolvere questo fastidio, a causa delle svariate visite ospedaliere a cui sono stato costretto a sottopormi! È così che ho scoperto che le conoscenze degli abitanti della foresta sono di gran lunga più efficaci e semplici rispetto a quelle moderne!
“Bisogna sempre ascoltare i consigli dei surinamesi e dei brasiliani per evitare pericoli: se ti ostini a non farlo avrai problemi con la natura.”
Diverse persone che lavorano e vivono lì non hanno ricevuto una formazione, al contrario di quanto succede in Europa. Purtroppo, condannare ed etichettare le persone come stupide è una pratica fin troppo diffusa nei Paesi “sviluppati” … Mi chiedo chi sia realmente stupido, se loro che sopravvivono senza alcun problema nella foresta o noi “studiati” che non ci riusciremmo nemmeno per pochi giorni!
Pescare
Per procurarci la cena, usiamo una rete da pesca di 90 metri di lunghezza e un metro di profondità e la abbiamo legata a delle bottiglie di plastica vuote per fare in modo che galleggiasse sulla superficie. La mattina dopo aver posizionato la rete, il gallo ci svegliava col suo canto prima delle quattro e mezza. Verso le sei, dopo il caffè e il pane, io e un compagno andavamo a raccogliere le reti. I pesci che pescavamo erano principalmente piranha, con i loro denti incredibilmente affilati e le mascelle forti. (Guarda la foto della pantofola in cui un piranha ha appena affondato quei denti!) I piranha venivano poi puliti, tagliati e salati prima di essere fritti in padella. Questo è senz’altro uno dei migliori pesci che abbia mai mangiato!
Cacciare
C’erano sempre periodi in cui il cibo scarseggiava e non rimaneva altra scelta che andare a caccia: tutto ciò che striscia, vola o cammina era possibilmente commestibile. Per andare a caccia era sempre necessario indossare stivali lunghi di gomma e calzini lunghi tirati sopra i jeans, poi maglietta con le maniche lunghe e berretto. Ora, con il machete in mano, il fucile sopra la spalla e i cani intorno, si era pronti per cominciare. Ovviamente se la caccia era notturna c’era bisogno anche di una buona torcia.
Scavare per l’oro
Prima di poter scavare, dovevamo sapere dove fosse la vena d’oro, ed era possibile scoprirlo con l’aiuto di un metal detector. Una volta trovata questa vena, scavavamo delle buche ad una profondità di 3 metri con un escavatore e poi setacciavamo lo strato di argilla buona con una padella per togliere l’argilla per sapere se era presente l’oro. (Esiste una bella canzone di quell’argomento dell’artista Norma Sante – Moni bate)
Per lo scavo erano richiesti un escavatore, due pompe diesel Deutz 911, un setaccio enorme fatto da noi e un quad con carrello per il trasporto dei barili di petrolio. Ogni volta che una vite si perdeva o si rompeva ci si doveva recare in città, a meno che gli altri campi vicini non ne avessero una da dare in prestito. Proprio per questo bisogno di aiuto reciproco, il rapporto tra i vari campi era buono: dovevamo supportarci l’un l’altro, non combatterci. Inoltre, ognuno aveva la propria area in cui scavare per trovare l’oro, e nessuno “invadeva il territorio” altrui. Ma risolvere i problemi meccanici non è stato sempre facile, dovevamo spesso ingegnarci per inventare letteralmente una soluzione.
Problemi meccanici
Indispensabile il quad
Scavare
Raccogliere l’oro
Dopo aver trovato un posto, si studiava come scavare la buca. L’acqua era indispensabile per separare l’argilla dalla polvere d’oro sotto alto pressione con le manichette antincendio. Ciò richiedeva un canale che assicurasse che l’acqua fosse di nuovo pulita, non torbida, quando veniva aspirata. L’acqua veniva aspirata con il materiale “grezzo” e fatta passare attraverso il setaccio. Essendo l’oro più pesante dell’acqua, rimaneva nel setaccio. Quando il materiale era esaurito, iniziavamo a “raccogliere” l’oro che si trovava nelle stuoie.
La “febbre dell’oro” arrivava quando il materiale argilloso che contiene l’oro iniziava via via ad esaurirsi!
L’Oro
Durante la raccolta avevamo diverse persone intorno a noi per la sicurezza. Finita questa fase, parte dell’oro grezzo veniva distribuito al personale e il resto andava in città. Grazie a questo venivano acquistati vari beni, tra i quali carburante, grasso e parti per le macchine per il foro successivo.
La felicità!
E si iniziava di nuovo a scavare e a sperare di trovare l’oro, ogni volta sempre di più! Così cominciava la “febbre dell’oro”
Vivere nella giungla rimane un’indescrivibile esperienza di emozioni!
Ritorno in Italia
E’ ovviamente bello di rivedere tante persone dopo un viaggio piu’ lungo del solito…
La domanda più frequente che mi fanno è: «Insomma John… hai trovato l’oro laggiù?»
E io uso la mia risposta standard: «No… o almeno, non abbastanza!»
Inizia la vita musicale
Di rientro in Italia, ho iniziato a lavorare per mio fratello nella sua azienda di piante in vaso in Toscana. Più tardi in un supermercato ho conosciuto Sharon che dopo poco tempo si sarebbe unita a noi. Inoltre, ho scoperto che lei è molto abile nell’editing di video e foto e quindi è diventata la mia persona di fiducia e di supporto nel progetto musicale.
Ovviamente, anche qui in Toscana ho avuto i miei primi contatti sociali tramite il calcio, a cominciare dalla società di Santomato.
Al SantomatoLIVE mi godo gli amici che incontro, la ottime cenate prima dei concerti e alla fine il concerto proprio con delle serate anche per i band emergenti dove ho conosciuto tanti gruppi come Zebra.
Oltretutto assisto tutt’ora un bravissimo allenatore promesso “mister Lorenzo Meoni” del settore giovanile della Pieta’ di Prato, dove mi occupo esclusivamente degli allenamenti tecnici provenienti dalla “bibbia del calcio olandese”: il libro di Wiel Coerver!
La musica non ha età!
Come tutti, anch’io sono cresciuto accompagnato dall’ascolto della mia musica preferita fin dalla tenera età. Nel mio caso sono cresciuto con la musica degli anni ‘70 e ‘80. In quegli anni sulla nostra TV in bianco e nero andava in onda il programma musicale Top Pop, e grazie a questo abbiamo tutti potuto ascoltare la musica che trasmetteva. Per poter avere la musica sempre a nostra disposizione, all’epoca registravamo la musica dalla radio con un registratore a cassette, ma ovviamente avevo anche il mio giradischi, prima che arrivasse il lettore CD.
Per la scelta del genere musicale da ascoltare nel fine settimana si rispondeva a tre domande:
- Che tipo di birra servono?
- Che musica suonano qui vicino?
- Qual è il posto più accessibile in bicicletta? (La bici di solito sapeva come portarmi a destinazione, ma la strada del ritorno… beh… non era così facile!)
In quel periodo, se non ricordo male, i cantanti e le band più in voga erano Ozzy Osbourne, gli ABBA, i Blondie, i Queen (con il pezzo forte “Find me somebody to love”), i Ram Jam, Neil Young, i Rolling Stones, i Beatles, Meat Loaf, James Brown, Prince, Bob Marley, gli Eurythmics, i Talking Heads, i Simple Minds, David Bowie, Lou Reed, Lenny Kravitz, Nirvana, Paolo Conte ecc.
Una volta compiuti diciotto anni ho potuto assistere dal vivo alle performance di artisti come gli U2, i Ramones, Paul Young, Judas Priest e i Golden Earing. Ho avuto poi la fortuna che nei pub di Nijmegen si sono esibiti altri grandi nomi quali Sinéad O’Connor, Matt Bianco e Herman Brood (il mio figlio ormai fan della sua musica!)
Successivamente, a Milano sono andato a godermi alcuni concerti di musica classica di Mozart, poi ho sentito Renato Zero e al Pistoia Blues Festival ho potuto addirittura ascoltare B.B. King da 30 metri di distanza! Oh Yeahhh!
Tuttavia, il mio stile musicale preferito è senza dubbio il blues: il blues non morirà mai! Quanto mi piace The Nighthawks con Nightlife e quanto era brava Aretha Franklin, e in un certo senso anche Amy Winehouse, Zucchero, i North Mississippi Allstars, Joe Bonamassa con burning hell ecc. sono grandi rappresentanti di questo genere.
In Toscana, invece, ho iniziato a sviluppare le mie aspirazioni musicali. Per cominciare ho preso varie lezioni di musica: di canto con Massimo Guidi, di pianoforte con Sandra Cecchi e di batteria con Alessandro Lo Conte. Sono anche entrato a far parte del coro “Il Giardino delle Note” di Sandra Cecchi, dove spesso cantiamo durante le esibizioni accompagnati da pianoforte, organetto diatonico e violino e dove si raccontano delle storie con strumenti musicali particolari in sottofondo, come il didgeridoo.
… e a volte ho la fortuna di trovarmi in un posto bellissimo come Pietrabuona organizzato dalla “Associazione culturale Pescia” e ascoltare quattro TOP musicisti italiani che si esibiscono in tutto il mondo con la loro musica classica.
Live Music Camp (estivo & invernale)
Il Live Music Camp è un’associazione musicale molto interessante per grandi e piccini, che accoglie dai principianti ai musicisti qualificati e nel quale si può trovare tutto ciò che riguarda la musica. Al Live Music Camp ho scoperto cosa vuol dire cantare in una band, grazie soprattutto al fantastico personale del campo, composto da Niccolò Menichini, Andrea Di Chiara, Edoardo Dei e Alessandro Lo Conte. Si può partecipare sia all’evento estivo sia a quello invernale, ed è davvero molto interessante! Dovreste provarlo almeno una volta! Il campo accoglie spesso vari artisti di grande rilievo come ospiti speciali: finora può vantare la presenza di Luca Colombo e Claudio Cicolin (entrambi chitarristi) e Bernardo Grillo (batterista).
Le mie esibizioni come cantante dal vivo del 2017
LMC summer 2018
- Queen: Crazy little thing called love
- The Beatles: Hey Jude
- U2: With or without you
- Lucio Battisti: Il tempo di morire
- Bob Dylan: knock on heaven’s door
LMC winter 2018
- Little Richard: Lucille
- The Doors: Roadhouse blues
- Rolling Stones: Honky tonk woman (jam session)
LMC summer 2019
- Rolling Stones: Satisfaction
- Roy Orbison: Pretty Woman
- Radio head: Creep (jam session)
LMC winter 2019
- Van Halen: You really get me now
- Jimmy Hendrix: Hey Joe
Lezioni di canto
Durante le lezioni di canto di Massimo Guidi ho preparato diversi brani karaoke:
- Radio head: Creep
- The calling: Wherever you will go
- U2: With or without you & One
- Robbie Williams: Feel
- Johnny Cash: Folsom prison blues
- The Police-Sting: Every breath you take
- Hoobastank: The reason
- Straycats: Rock this town
- Jet: Gonna be my girl
- Ozzy Osbourne: Mama I’m coming home
Inoltre, per le audizioni degli “Over 50” ho portato ‘Il tempo di morire’ di Lucio Battisti e ‘Io voglio vivere’ dei Nomadi, mentre per quelle per la partecipazione a EMF e Odeon TV ho presentato la mia canzone inedita ‘Courage’.
Un concerto dal vivo a Sestola, in Emilia-Romagna (Italia 2019)
I ragazzi Vince, Tommy e Alessandro erano rimasti senza cantante e mi hanno chiesto di unirmi a loro per cantare. E mancava solo una settimana al concerto! Grazie a questo, ho passato tre giorni con questi tre ragazzi di Padova conosciuti al Live Music Camp
LMC non significa solo fare musica, ma anche conoscere persone di tutte le età.
Quei ragazzi sono stati fantastici (spaccano di brutto!!!) e insieme abbiamo suonato 12 pezzi:
- Deep purple: Strange kind of woman; Smoke on the water; Black night
- Lenny Kravitz: Always on the run
- Lynyrd Skynyrd: Free bird; Sweet home Alabama
- Rolling Stones: Satisfaction
- The Doors: Roadhouse blues
- Free: All right now
- Led Zeppelin: Rock n roll; Heartbreaker; Good times Bad times
School in rock di Alessandro Lo Conte.
Il mio maestro di batteria Alessandro Lo Conte, professionalmente sempre super attivo, organizza anche concerti con gli allievi delle scuole dove insegna.
Dopo molte prove con vari musicisti fino a marzo 2020, ci saremmo dovuti esibire in un concerto, ma lo spettacolo è stato cancellato a causa delle restrizioni dovute al coronavirus. Durante questo evento avremmo dovuto portare i brani che seguono:
- AC DC: Highway to hell
- Led Zeppelin: Rock ’n’ roll
- Red Hot Chili Peppers: Scar tissue
- Elvis Presley: Blue Suede shoes
- Smash mouth: I am a believer
- Nirvana: Come as you are
- Queen: Crazy little thing called love
- Green Day: Boulevard of Broken Dreams
Creare la mia musica
Nel 2018 ho incontrato l’ingegnere del suono Daniele Bao (e la sua adorabile famiglia) che ha iniziato ad arrangiare la prima delle mie canzoni scritte e composte.
Dal maggio del 2020 stiamo preparando il mio primo album che comprenderà sette delle quaranta canzoni scritte e composte finora.
Per iniziare al meglio la mia carriera musicale indipendente, ho comprato dei libri interessanti e ho seguito diversi corsi che vengono offerti sui social network. Attraverso i loro corsi e i loro consigli, Kristine Mirelle, Michele Maraglino e Lorenzo Sebastiani mi hanno fatto conoscere il modo migliore di promuoversi nel mondo della musica.
Per quanto riguarda la produzione dei videoclip musicali, io e Sharon usiamo il ‘green screen’, scaricando gratuitamente foto e video per completare i nostri progetti.
Per finire…
È indescrivibile quanto sia bello poter conoscere l’autenticità delle persone, ascoltando le loro esperienze di vita con la cultura e le tradizioni che l’accompagnano. Le varie culture, con i loro usi e costumi, devono essere sempre rispettate, mantenute e tutelate: fintanto che queste usanze non si rivelano disumane, nessuno ha il diritto di portarle via! La diversità è importante nelle nostre vite, perché è proprio questo che le rende interessanti. Con lo sport ho potuto integrarmi meglio e più facilmente, e ovunque io sarò resterà il mio “vero mezzo sociale”!
In molte canzoni ho descritto cose che mi sono piaciute, e ovviamente in diverse altre ho raccontato cose che non mi piacciono affatto. La fretta nella nostra vita quotidiana e gli impegni frenetici non ci danno più il tempo di ascoltarci l’un l’altro seriamente. Tanto abbiamo un cellulare che sa tutto!…
Se rimpiango qualcosa nella mia vita? No, in realtà no. Perché tutto ciò che accade fa parte dell’esperienza che si accumula, e questo include sia i momenti belli sia quelli brutti.
Nel contesto musicale, intendo comunicare le esperienze della mia vita, le mie idee e certi valori dimenticati! Gusti sono gusti ma spero che la mia musica possa significare qualcosa di positivo per le persone che la ascolteranno!
Buon ascolto e buona visione!